E se il crowdfunding salvasse il calcio italiano?

La mancanza di capitale e le nuove tecnologie hanno aperto uno spiraglio allo sviluppo del calcio in Italia, grazie soprattutto ai tifosi.

La reperibilità di fondi per le aziende italiane è un problema rispetto al passato, alcuni progetti non hanno visto la luce proprio perché chi li ha avviati si è dovuto fermare davanti ad un grosso ostacolo, la mancanza di denaro.

Ma le risorse del web si sa sono ampie. È ormai consuetudine imbattersi sui vari siti nella pubblicità del lancio di campagne di crowdfunding che spaziano in vari settori, dalla tecnologia al food & beverage, dalla sostenibilità all’immobiliare, passando anche per il mondo dello sport.

Nel tempo con il crescere dei progetti imprenditoriali sono venute alla luce varie piattaforme di crowdfunding che operano su tutto il territorio italiano.

In estrema sintesi, le piattaforme di crowdfunding offrono a persone fisiche o aziende già avviate, l’opportunità di raccogliere fondi tramite privati che vogliono investire i loro risparmi o altre aziende che cercando di re-investire i propri capitali in progetti o idee (il più delle volte) connesse o correlate al loro settore di azione. Se la campagna raggiunge o supera l’importo prefissato, il denaro viene sbloccato, se invece non vengono raggiunti i risultati economici prefissati, il denaro torna nelle casse dei finanziatori.

Questo particolare fenomeno anche nel calcio, e nello sport italiano in generale, inizia a prendere piede con più frequenza visto anche l’interesse calante all’investimento in termini di pubblicità da parte dei capitali privati italiani nel mondo “pallonaro”, sempre più alle prese con scandali e calo d’interesse a livello di entertainment con un prodotto che fatica a prendere il volo rispetto ad altre realtà europee (Inghilterra, Spagna), lontane anni luce dalla nostra.

IL SOSTEGNO AL DILETTANTISMO

Per adesso questo tipo di capitalizzazione non riguarda società che fanno parte del settore professionistico del calcio (Serie A, Serie B e LegaPro), anche se alcuni club hanno avviato campagne e progetti di crowdfunding a scopo benefico e sociale.

La maggioranza delle campagne di crowdfunding lanciate e completate (cioè quelle che hanno raggiunto l’obiettivo economico minimo) con l’obiettivo di capitalizzare o ri-capitalizzare un progetto sono arrivate da realtà calcistiche dilettantistiche della LND (Lega Nazionale Dilettanti).

Quasi sempre queste iniziative sono state avviate da club in “risalita” da stagioni disastrose, se analizzate sotto l’aspetto economico-finanziario, che hanno comportato la retrocessione o sul campo o d’ufficio.

Secondo i numeri della LND, tra la stagione 20/21 e quella 2021/2022, 605 giovani calciatori formati da società di calcio giovanile e dilettantistico sono riusciti ad accedere al calcio professionistico e, dal rapporto Scouting LND della stagione 22/23, più di un terzo dei giovani convocati nelle rappresentative è approdato in club professionisti.

Ciò significa che il motore tranante del calcio italiano è realmente il dilettantismo, che conta 11,2 mila società sparse su tutto il territorio italiano, più di 58 mila club e oltre 1 milione di tesserati.

LA CLIVENSE

Uno dei progetti più in vista è stato sicuramente quello lanciato da Sergio Pellissier, 16 stagioni in Serie A e 134 gol con il Chievo Verona.

Proprio per rilanciare il Chievo, scomparso dal mondo del calcio dopo il fallimento del 2022, Pellissier ha dedicato anima e corpo al progetto Clivense FC, società calcistica fondata insieme al socio Zanin nell’agosto 2021. L’ambizione del nuovo corso calcistico scaligero è quella di portare un nuovo concetto di calcio dove i valori e l’etica dello sport sono alla base della società stessa e nei quali tutti i tifosi e gli altri stakeholder si riconoscono.

Con la campagna di equity crowdfunding “Prendi Quota” la società sperava di raccogliere una cifra minima di 150 mila euro da investire in una serie di progetti. Ma invece del 100% della cifra minima, la raccolta chiusa nel giugno 2022 è arrivata a oltre 718 mila euro (+479%) che hanno permesso subito il salto di categoria in Eccellenza (con richiesta di ripescaggio) e la vittoria del medesimo campionato (22/23) e l’accesso nell’ultimo gradino del dilettantismo, la Serie D, in questa stagione.

L’AQUILA 1927

Ultimo, ma solo per ordine cronologico, è il progetto che riguarda la rinascita del calcio aquilano.

Nel luglio 2018 dopo che la società di calcio principale dell’Aquila, segnata da una lunga serie di gestioni pessime che hanno portato la LegaPro ma senza lungimiranza imprenditoriale, ha rinunciato all’iscrizione in Serie D per gravi motivi finanziari nasce, per volere dei tifosi rossoblù, L’Aquila 1927.

La stagione 19/20 vede protagonisti i tifosi che, sulla spinta del Supporter Trust “L’Aquila mé” e del gruppo storico del tifo aquilano Red Blue Eagles 1978, diventano a tutti gli effetti proprietari del club e riportano, nella stagione 22/23, il club in Serie D. Ma il club non è solo calcio a 11, oltre a settore giovanile (oltre 400 tesserati) c’è la sezione femminile e quella di calcio a 5, e chissà che in futuro non si possa unire anche il basket e il rugby (sport storico in città), creando una vera polisportiva.

La società aquilana è diventata ormai in poco tempo un modello di riferimento per il calcio italiano perché ha dato solidità ad un modello di gestione ad azionariato popolare, che solo in altri paesi ha funzionato veramente, è chiaro non senza difficoltà.

L’azionariato popolare in realtà come L’Aquila può realmente nascere solo se dietro c’è una grande passione e un sostanzioso numero di tifosi/appassionati disposti ad investire nel club della loro città, “La Squadra della gente” questo il chiaro e semplice claim scelto dal club fin dalla sua rinascita. È chiaro che al contempo la passione e gli investimenti dei tifosi devono essere guidati da un’organizzazione di vertice che abbia competenze solide di management e una visione che proietti il club nel medio-lungo termine, senza fare il passo più lungo della gamba e ripetere (come succede spesso in altre realtà) gli errori del passato.

Proprio per sostenere questo tipo di modello e i costi della Serie D e in futuro quelli del professionismo, L’Aquila 1927 lo scorso febbraio ha lanciato la sua campagna di equity crowdfunding “Siamo Tutti Titolari”, con il supporto della società di consulenza Phoenix Capital che agirà con il ruolo di global advisor. 

La campagna è stata lanciata con un video di presentazione su tutte le campagne social e collogato in pre-apertura sulla piattaforma Mamacrowd del Gruppo Azimut. L’obiettivo è quello di rendere la società “Un attore protagonista del processo di rigenerazione urbana e territoriale del capoluogo abruzzese”, come si legge nella spiegazione.

Il club “aprirà” il proprio capitale sociale a tutti gli appassionati attraverso il piano industriale quinquennale “Non è solo calcio”, che grazie al traino dell’obiettivo sportivo della Serie B entro il 2027, spingerà anche altri investimenti in città, un nuovo stadio e un nuovo centro sportivo, che comprenderanno spazi commerciali, bar/ristoranti, museo e sale multimediali, 2 campi di calcio a 11, un campo di calcio a 5, quattro campi di padel, tutto ciò come spiega il club “contribuirà attivamente alla formazione di linee di ricavo supplementari e indipendenti dall’attività calcistica, garantendo continuità economica e flussi di cassa costanti”.

La campagna prevede quattro categorie di investimento per i soci senza un limite massimo di raccolta:

  • CATEGORIA C – Investimento da 250 a 9.999 euro:
  • CATEGORIA B1- Investimento da 10 mila a 19.999 euro;
  • CATEGORIA B2 – Investimento da 20 mila a 99.999 euro;
  • CATEGORIA B3 – Investimento a partire da 100 mila euro, senza limite massimo.

L’Aquila 1927 vuole portare un modello sportivo di business sostenibile in cui il risultato sportivo deve essere in relazione con la creazione di valore per il territorio, con l’obiettivo di valorizzare inoltre l’investimento in equity.

ALTRE INIZIATIVE

Nel reperimento di capitali ci sono altre iniziative degne di nota.

La prima riguarda la società Tifosy, fondata dal compianto Gianluca Vialli, che offre servizi di consulenza su misura e soluzioni di capitale innovative specifiche per progetti del settore sportivo. Numerose sono le squadre che hanno collaborato con Tifosy per la creazione delle loro campagne.

Uno dei primi club ha collaborare con la società è stato il Frosinone Calcio che nel 2018 ha raccolto oltre 1 milione di euro in mini-bond (obbligazioni, titoli di debito nel caso di SRL, che le imprese, anche non quotate, possono utilizzare per raccogliere capitale di debito sul mercato, beneficiando di vantaggi amministrativi e fiscali del tutto simili a quelli delle società quotate).

Anche il Delfino Pescara ha deciso di affidarsi alla società italo-inglese e sempre nello stesso anno del club ciociaro (2018) ha raccolto con il PescaraBond oltre 2 milioni 320 mila euro, grazie a 390 sottoscrittori.

Foto copertina credit Facebook L’Aquila 1927 (qui).

Share the Post:

Related Posts