Perché investire negli eSport?

Recentemente in Italia si è sentito molto parlare di eSport e visto l’interesse mondiale del movimento e il grande numero di appassionati in crescita esponenziale ogni anno, alcuni club di calcio stanno investendo e organizzando squadre formate da piccoli Messi dei videogiochi sportivi per partecipare ai vari campionati dedicati esclusivamente a questo settore. Ma perché investire negli eSport?

I Philadelphia 76ers hanno acquisito Team Dignitas e Apex Gaming per un importo complessivo compreso tra 5 e 10 milioni di dollari. James Palotta, co-proprietario di AS Roma e Boston Celtics, ha partecipato alla raccolta di fondi da 7 milioni di dollari da parte di Fnatic, organizzazione di giocatori professionisti di eSport, mentre i Milwaukee Bucks hanno acquistato un posto nel campionato di “League of Legends” (il più popolare campionato di eSport) per 2,5 milioni di dollari. Come si può vedere dagli importi in precedenza, non stiamo parlando di investimenti di migliaia di euro bensì di milioni.
In Italia negli ultimi 3 anni sono nate numerose associazioni come ad esempio la ITeSPA – Italian e-Sports Association, la IGL – Italian Gaming League o la GEC – Giochi Elettronici Competitivi, settore dedicato agli eSport dell’ASI – Associazioni Sportive e Sociali Italiane (ente riconosciuto dal CONI). La GEC si occupa di fornire regole e standard comuni per le competizioni e può già vantare più di 20mila tesserati e 250 tornei ufficiali. Ovviamente oltre ai famosissimi giochi come “Hearthstone: Heroes of Warcraft” e “League of Legends” che racchiudono il più alto numero di giocatori in tutto il mondo, non poteva certo mancare lo sport che con FIFA cercherà di primeggiare per numero di “eGamers” coinvolti.

Alcuni club di Serie A hanno cominciato a guardare con interesse agli eSport e hanno fondato i loro team non solo dedicati al pallone. Ad oggi sono quattro le squadre italiane dotate di un settore eSportivo: la Roma come visto in apertura, la Sampdoria, l’Empoli e il Genoa; in una situazione che sempre più sembra avvicinarsi al modello della e-Ligue 1 francese, creata specificatamente per tornei videoludici di FIFA per i rappresentanti dei club della massima serie d’oltralpe. La stessa FIFA ha da sempre visto con molto interesse il calcio virtuale e il giro d’affari che ogni anno ruota intorno ad esso, sponsorizzando fin dalla nascita nel 2004 un campionato mondiale annuale, il “FIFA Interactive World Cup”, la cui edizione 2017 si terrà nel mese di agosto a Londra con un montepremi complessivo di 300mila dollari. I club italiani sono però interessati anche ad altri tipi di giochi come i Multiplayer Online Battle Arena, sottogenere dei videogiochi strategici in tempo reale, ad oggi veri dominatori dello sport elettronico mondiale.

In molti pensano che gli eSport saranno il futuro del gioco, c’è chi si preoccupa che gli sport tradizionali verranno surclassati da questo settore e dalla sedentarietà che comporta (divano, console e gioco preferito), anche i costi per mantenere un team di eSport non sono esorbitanti come quelli dei club di calcio professionistici. Gli stipendi dei migliori giocatori di eSport europei e americani vanno da 500.000 a 800.000 dollari all’anno, anche se in continua crescita rimangono per ora inferiori a quelli degli sport tradizionali.

Nel 2017, l’industria degli eSport professionali dovrebbe generare 490 milioni di dollari di ricavi, con un incremento del 51% rispetto al 2015. Questi ricavi comprendono diritti di media, merchandising, ticketing, pubblicità e sponsorizzazioni; inoltre si stanno muovendo anche nel settore scommesse dove sarà possibile puntare sugli eGamers pro che parteciperanno ai vari campionati nazionali ed internazionali. Ovviamente, oggi il giro d’affari degli eSport è ben lontano dai 13 miliardi generati dall’NFL (American Football League), un gap che potrebbe però tuttavia essere ridotto rapidamente in quanto gli eSport, secondo alcune indagini e visto il costante aumento di ricavi generati, dovrebbero generare 1,5 miliardi di dollari entro il 2020.

Noi staremo a guardare bilanciando però la console e il joystick con il sano e tradizionale sport.

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